Dal 4 novembre sarà possibile iscriversi a Ca' Foscari Alumni
Lascia la tua mail per restare informato

Chiara Bertoglio

Facoltà: Musicologia

Chiara Bertoglio

Sono una musicista, musicologa e teologa. Ho ottenuto la laurea specialistica in musicologia a Ca’ Foscari nel 2006, mi ero diplomata in pianoforte nel 1999 e ho proseguito gli studi in Inghilterra con il dottorato in musica (2012) e la laurea specialistica in teologia (2016). Attualmente svolgo attività di ricerca, tengo concerti e insegno pianoforte privatamente e presso Conservatori e Università. 

Cos’è o cos’è stato per te Ca’ Foscari? Hai un ricordo particolare / qualcosa che Ca’ Foscari ti ha dato rispetto al percorso professionale e di vita?
Direi che Ca’ Foscari… mi ha cambiato la vita! A parte il fatto che, da torinese discendente di veneziani, la possibilità di essere a Venezia “non da turista” mi esaltava, direi che l’incontro con l’indimenticato ed indimenticabile professor Morelli è stato determinante. Persona dall’apparenza umile e dimessa, ma con una cultura sterminata, è stato sempre disponibile ad ascoltarmi, a comprendere i miei interessi specifici, ad aiutarmi nella crescita accademica con una generosità ineguagliata. Accanto a lui, ho conosciuto tantissimi altri professori straordinari, con molti dei quali sono rimasta amica anche dopo tanti anni (la scorsa primavera sono tornata a Venezia per il compleanno di uno di loro!).

Qual è stato il tuo percorso di crescita professionale dopo la laurea?
Come accennavo sopra, ho deciso di continuare gli studi con un dottorato in Inghilterra. Lì ho trovato un ambiente molto diverso, anche e soprattutto nelle diverse consuetudini accademiche di cui non sempre è facile comprendere i meccanismi… Tuttavia è stata un’altra bellissima esperienza, perché, come a Venezia, ho avuto modo di conciliare l’aspetto pratico e quello teoretico della musica, senza dover sacrificare l’uno o l’altro ma integrandoli per una più approfondita conoscenza della musica.
Tra gli avvenimenti recenti, sono lieta di condividere con gli altri alumni la gioia per aver ricevuto il Premio delle Pontificie Accademie 2016, attribuito dal Pontificio Consiglio della Cultura a giovani studiosi ed artisti, e la prossima pubblicazione di una mia corposa monografia in inglese, Reforming Music, dedicata alla musica e alle Riforme del Cinquecento in occasione del cinquecentenario della Riforma di Lutero. Questo libro segue numerosi altri libri di argomento musicologico che ho scritto negli anni passati, ma rappresenta forse l’esito più impegnativo delle mie ricerche finora svolte.

Cos’è per te Ca’ Foscari Alumni?
Mi sembra una bellissima iniziativa! Naturalmente, ogni occasione per tornare a Venezia mi vede entusiasta, e mi piacerebbe molto poter conoscere altri Cafoscarini che vivono a Torino. Credo che il potenziale maggiore di un’iniziativa dedicata agli Alumni sia proprio nella possibilità di creare una rete, un “network” di professionisti e persone di cultura. Ho visto tante volte che l’interdisciplinarietà è uno stimolo formidabile alla creazione artistica ed alla ricerca; incontrando e scambiando opinioni con persone che svolgono, ad alto livello, professioni o ricerche molto diverse dalla mia ne sono sempre arricchita. Il mio sogno sarebbe poter suonare per gli Alumni a Venezia, ma… non ditelo a nessuno!

Che messaggio vuoi lasciare agli altri Alumni, in particolare ai neolaureati?
Sognare, lavorare, essere umili. Il mondo del lavoro in cui ci affacciamo, con il bagaglio di cultura tratto dall’esperienza universitaria, può sembrare crudele, chiuso, e spesso in effetti lo è. Ma credo che noi che abbiamo avuto la fortuna di studiare a Venezia abbiamo forse una carta in più. Venezia è una città ricca di bellezza, in cui si concentrano patrimoni artistici ineguagliabili, ma in cui anche le semplici case offrono scorci incantevoli ed hanno una nobiltà ed una bellezza che scaldano il cuore. Portiamoci dietro il messaggio di Venezia, ovunque siamo nel mondo: la bellezza non è inutile, non è superflua, ma è ciò che rende speciale l’esistenza. Il nostro valore aggiunto sia proprio questo: e direi che il simbolo della nostra università e della città di Venezia lo incarna perfettamente. Le ali del leone come il desiderio di sognare; il leone stesso come la forza e la determinazione di chi non si arrende; il libro come voglia di continuare ad apprendere, a sentirsi desiderosi di cultura, e, per chi – come me – vede in quel libro il Vangelo, anche come voglia di rivolgere lo sguardo ad una realtà più alta che dà senso alla nostra vita.

 

Pubblicato il 19/01/2017