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Anna Bressanin

Facoltà: Filosofia

Anna Bressanin

"Quando arrivai a New York, dieci anni fa, affittai una stanza troppo cara in un appartamento che cadeva a pezzi, sulla 29esima Strada. La scelsi fidandomi delle foto solari postate da Jojo, che viveva lì.

Jojo era una ragazza elegante, newyorkese cinese, che nutriva il suo esile gatto russo solo con pochissima carne cruda, per via di una dieta speciale che doveva seguire. Io non avevo il permesso di dargli nulla da mangiare, e il gatto era così affamato che dovevo nascondere qualsiasi cosa commestibile nel forno o nel frigo, ma lui rosicchiava libri e quaderni, e una mattina di ottobre, mentre facevo colazione in piedi vicino alla finestra, improvvisamente saltò dal tavolo e morse la mela che tenevo in mano. D’istinto iniziai a scuoterla, ma lui non mollava, non lasciava la presa, tenace come una bandiera americana, mentre lo sventolavo come si fa con una Polaroid.

Quel primo appartamento è stato il mio vero e proprio benvenuto a New York. Non solo perché uscendo dalla 29esima Strada sulla Seconda Avenue vedevo l’Empire State Building sulla destra e mi sentivo subito felice, ma anche perché Jojo è stata fondamentale.

Aveva dipinto di nero la vasca da bagno, creando uno strato sottile di vernice che vicino ai bordi e sulle curvature si scrostava in grosse scaglie.

‘Non capisco, ogni volta che qualcuno si trasferisce qui, si mette subito a pulire’, mi diceva.

Quando mi chiese cosa facessi nella vita, le spiegai che avevo preso tre mesi di congedo dal lavoro per venire a studiare alla School of Visual Arts, perché mi sarebbe piaciuto diventare una documentary filmmaker.

‘Vuoi essere una filmmaker? Allora tu sei una filmmaker’.

Così, semplice, lo sei e basta.

L’affermazione di Jojo aveva la forza delle verità immediatamente evidenti, che non necessitano di spiegazioni. Forse avrei dovuto dubitarne, perché l’affermazione veniva da lei che diceva di fare la foodie  di mestiere ma in realtà viveva dell’affitto pagato da europei come me, che facevano il versamento da oltreoceano prima di vedere la stanza. Quante volte vuoi fidarti di Jojo dopo che hai visto com’è andata la prima, tra il gatto, la vasca da bagno e tutto il resto?"

 

Questo che avete appena letto è l’inizio del mio primo libro ‘What’s Up America. Viaggio alla ricerca dello spirito degli Stati Uniti’, un saggio autobiografico che ho scritto dopo avere prodotto una serie video sullo stesso tema per la BBC.

Quando mi sono laureata in Filosofia Contemporanea a Ca' Foscari con il prof. Lucio Cortella molti anni fa, mai mi sarei immaginata né di vivere a New York, né di scrivere libri, né di fare carriera nel mondo del giornalismo. Ed è vero che ci sono stati all’inizio un po’ di stage, lavori magari non ideali, o non troppo ben pagati, molta fatica e anche un paio di batoste. Ma ci sono state anche tante avventure, e soprattutto moltissime amicizie. E un passo alla volta, eccomi qua.

Da dieci anni a questa parte lavoro alla BBC di New York. Ho seguito l’attualità, le elezioni di Trump, il primo viaggio di Obama a Cuba e il funerale di Mohammed Ali. Ora sono responsabile per gli Stati Uniti del sito di documentari digitali BBC Reel. Ho anche creato un festival per autori emergenti, BBC LongShots. Abbiamo appena festeggiato i vincitori di quest’anno al Metrograph, il teatro più iconico di New York, e alla festa sono venuti autori di best sellers, vincitori di Pulitzer e anche Debbie Harry, la cantante di Blondie.

Quando studiavo a Ca' Foscari non sapevo bene cosa avrei fatto nella vita. Mi piaceva molto leggere, pensare e sognare ad occhi aperti. Sedermi alle Zattere con un libro, spesso chiuso, a prendere il sole, scherzare o imbarcarmi in lunghe conversazioni con gli amici in un bacaro. Mi piaceva tanto camminare per le calli, mangiare imbottitissimi tramezzini vicino alla Toletta e saltare lezione per andare a fare il bagno al Lido, da maggio in poi, appena inizia a fare un po’ più caldo.

Mi ricordo che ero molto idealista, e in realtà lo sono ancora, e avevo molte idee confuse e piuttosto romantiche sul futuro, ma a volte mi preoccupavo molto, perché come avrei mai trovato un lavoro dopo l’Università? E soprattutto, come mi dicevano in tanti, con una laurea in filosofia cosa vuoi farci? E invece… Quello che vorrei direi ai neolaureati oggi è che con la tua laurea, non importa di che indirizzo, ci puoi fare davvero tante cose. O in realtà, forse, ci puoi fare una cosa sola: esattamente quello che vuoi.

Non perderti la presentazione del libro di Anna Bressanin che si è tenuta mercoledì 26 ottobre a Ca' Foscari Zattere. Guarda il video cliccando qui.