Amedeo Galano
Amedeo Galano è il cafoscarino classe '94 a capo della Nextdoor Italy, "la tua finestra sul quartiere". Fresco di nomina tra i top 100 under 30 di Forbes Italia, gli abbiamo fatto qualche domanda sul suo percorso; questa è la sua storia.
Raccontaci un po’ di te
Mi chiamo Amedeo Galano, ho 26 anni, sono nato a Vicenza e ho origini napoletane. Mi sono laureato a Ca’ Foscari nel 2016 in Economics and Management. Attualmente lavoro per Nextdoor, l’app numero 1 al mondo per quartieri, nata 10 anni fa in Silicon Valley, che opera oggi in 11 paesi.
Cos’è stata per te Ca’ Foscari? Hai un ricordo particolare, qualcosa che Ca’ Foscari ti ha dato rispetto al percorso professionale e di vita?
Di Ca’ Foscari mi sento di sottolineare l’importanza del corso che ho frequentato. Il punto di forza di questo corso è stata sicuramente la lingua inglese; oltre comunque alla preparazione accademica infatti, essere in grado di leggere ed interpretare la letteratura inglese è stato indubbiamente un fattore che mi ha aiutato molto e che oggi viene visto come un must più che un valore aggiunto.
Se non si conosce l’inglese, inteso come leggere e scrivere degli essays, interagire con senior manager stranieri in una lingua che non è la tua e saper esporre le tue idee, non si va molto lontano.
Quello che porto dentro di Ca’ Foscari, oltre all’esperienza di vita in una città come Venezia (fantastica a livello professionale e di crescita sociale) è il contatto con le persone. Costruirsi ed ampliare una rete di contatti e conoscere gli esperti di un settore è fondamentale per continuare a formarsi, trovare lavoro, capire qual è la strada giusta per te.
In questo senso, la sfera sociale universitaria è molto importante, non solo durante gli studi ma anche a completamento degli stessi; mi trovo molto allineato all’obiettivo di Alumni di mantenere ed ampliare il network di cafoscarini, perché le opportunità che si generano in questi contesti sono sicuramente maggiori.
Tra le esperienze che ho fatto durante gli studi c’è stata anche un’estate in Brasile con AIESEC, ed è bello in questo senso sottolineare la miriade di opportunità che offre Ca’ Foscari (penso anche all’Erasmus). L’esperienza in Brasile per me è stata fondamentale per capire cosa significa uscire dalla comfort zone. Oltre allo stage, che è stato comunque il mio primo contatto con il mondo lavorativo, è stato importante per me il sapersi rapportare con altre persone di cultura differente: un valore che non è quantificabile.
Qual è stato il tuo percorso di crescita professionale dopo la laurea?
Dopo Ca’ Foscari mi sono spostato in Danimarca, alla Copenhagen Business School, che è una delle migliori scuole di Economics al mondo; qui ho seguito un corso specializzato di Go-to-market strategy, per far partire un’idea da zero e farla crescere nel mercato.
Mentre studiavo a Venezia avevo già una piccola attività di organizzazione eventi a livello semi professionale (molto impegnativo, full time), e questo mi ha dato sicuramente una marcia in più perché è fondamentale fare qualcosa mentre si studia: ovvio che i risultati accademici sono importanti ma se hai già le mani in pasta su qualcosa poi è tutto più facile nel futuro.
Dalla mia esperienza in Danimarca porto a casa il metodo di studio, che nei paesi nordici è molto efficace dal punto di vista pratico (ci sono moltissimi lavori di gruppo).
L’Italia invece è ottima per vivere, ma c’è una differenza con gli altri paesi in termini di figure junior: il concetto di responsabilità nei paesi nordici è molto diverso. In Italia si parte da una situazione di fiducia zero e step by step ti crei il tuo profilo in base ai risultati; al nord invece è l’opposto, perché si parte da responsabilità e fiducia totale che decresce a seconda del numero di errori che fai. Sta a te mantenere il livello alto: è un modello con maggiore rischio ma che premia molto di più anche dal punto di vista delle responsabilità, riuscendo a ricoprire ruoli manageriali anche in età giovane (prima dei 30 anni).
Proprio a Copenhagen sono entrato in contatto con Nextdoor 2 anni fa: all’epoca lavoravo in una startup di intelligenza artificiale di marketing programmatico per la vendita di spazi pubblicitari online come country manager Italia. In quel periodo stavo lavorando sulla raccolta di dati sociodemografici a livello di prossimità, che si è poi rivelato essere il collegamento con Nextdoor.
Nextdoor ha l’obiettivo di far conoscere le persone che vivono in una prossimità in modo semplice, creando un ponte online e spingendole ad incontrarsi offline, per i motivi più disparati: dal semplice scambio di sale all’aiuto di persone sole o in difficoltà, fino alla possibilità per le attività locali di sponsorizzarsi.
Avevo quindi già il mindset necessario per lavorare in Nextdoor, e sono stato chiamato a lavorare lì un mese prima del lancio. Da lì mi sono trasferito ad Amsterdam per intraprendere questa sfida, giustificata soprattutto per il mio amore per la Silicon Valley: con Nextdoor ho infatti la possibilità di lavorare nel pieno spirito dell’innovazione, tanto che ho già visitato quattro volte gli headquarters in California.
Cos’è per te Ca’ Foscari Alumni?
Vedo dell’alto potenziale nell’associazione. Le opportunità offerte da Alumni, soprattutto quelle di visita aziendale piuttosto che di contatto con i centri culturali, sono attività che mi sento di consigliare non solo a chi ha terminato gli studi ma anche agli studenti; entrare in un’azienda e capire come funziona, entrare in contatto con i professionisti ed allargare il proprio network personale di contatti può diventare una rampa di lancio non da poco.
Io stesso, da giovane manager che sta cercando di costruirsi il proprio team, darò molta più importanza a chi mi ha consegnato il proprio curriculum di persona e chi ha scambiato due parole con me rispetto a chi invia una mail standard a caso; la probabilità di assumere dei candidati con cui ho avuto modo di interfacciarmi prima del consueto colloquio è molto più alta rispetto a chi si presenta solo con una mail.
I lavori più importanti non si trovano su Linkedin; si trovano parlando con le persone. Quindi qualsiasi occasione di networking ha un valore molto più alto dello spedire centinaia di mail alle aziende.
Che messaggio vuoi lasciare agli altri Alumni, in particolare ai neolaureati?
Un consiglio che do agli studenti: è sbagliato dare troppa importanza al voto. Non è che se non prendo 30 non valgo nulla; è giusto puntare al 30, ma non è il voto e definire quello che vali. Ci sono moltissime cose che si possono fare al di fuori dell’ambito accademico che poi possono valere di più nella tua carriera.
Consiglio per i neolaureati: fare. Eliminare la credenza che finito l’università le aziende ti assumono perché hai preso 110 e lode, ma bensì perché sei capace di fare e puoi portare valore all’interno della stessa. Passate all’azione e seguite le vostre passioni: che sia aprire un canale youtube o scrivere in un blog, siate sempre intraprendenti e sperimentate perché qualsiasi modo per creare valore viene visto sempre di buon occhio, non solo dalle aziende ma dalla società in generale.