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26.05.2017

Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali

Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali

Negli ultimi anni si sono delineati alcuni modelli organizzativi per supportare una riforma dei servizi sanitari e del welfare che intervenisse sulle patologie croniche dell’invecchiamento e sui fattori di rischio di disabilità che ne derivano. In particolare, va ricordato il paradigma del Population Health Management, centrato sul monitoraggio della spesa sanitaria, della qualità, dell’accessibilità e degli esiti dei servizi. Questi i temi su cui verterà il convegno ‘Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali’ che avrà luogo il 26 maggio presso l’Università Ca’ Foscari, nella sede di Ca’ Dolfin.
Questo settimo convegno del Club AXSIS organizzato in collaborazione con il Master Emas
, si propone di valutare con gli esperti e i portatori di interesse i vantaggi e le criticità dei PDTA. Ad approfondimenti teorico-metodologici saranno affiancate riflessioni derivanti da significative esperienze sul campo.

Dove: Aula Silvio Trentin, Ca’ Dolfin, Calle de la Saoneria, 3825/D, 30123 Venezia
Quando: venerdì 26 maggio, ore 8.15

Programma:
08.15 | Registrazione partecipanti
08.45 | Apertura dei lavori
Antonella Garna - Presidente AXSIS
Salvatore Russo - Direttore Master EMAS
09.00 | Saluto delle autorità
09.15 | Cos’è il PDTA - Valeria Tozzi
Pro e contro dei PDTA - Federico Spandonaro
Valutazione del PDTA: come, quando e perché
Sabina Nuti
Moderatori: Gianna Zamaro, Pier Franco Conte e Chiara Bovo
12.30 | Discussione
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10.00-11.00 | Open coffee
13.30-14.30 | Colazione di lavoro
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14.30 | Esperienze - L’area oncologica - Pier Franco Conte
L’Osteoporosi - Luca Degli Esposti
- PDTA e linee di indirizzo sui farmaci
Margherita Andretta
- L’HIV - Annamaria Cattelan
- La progettazione partecipata per la costruzione di
un PDTA basato sulle esigenze delle figure
professionali coinvolte - Cristina Basso
Moderatori: Giuseppe Dal Ben e Giovanni Maria Pittoni
16.15 | Discussione
16.30 | Tavola rotonda: Cittadini e professionisti:
quali ruoli nei PDTA?
Partecipano:
Vincenzo Gigli, Sonia Manente, Maurizio Scassola,
Luigino Schiavon, Vincenzo Lolli, Miriam Totis
Roberta Rampazzo, Donato Lancellotti,
Nicola Menin, Raffaella Michieli,
Francesco Lunghi, Giuseppe Napoli
18.00 | Conclusioni 18.00
Giuseppe Marcon, Alberto Bortolami, Anna De Col
18.15 |Test ECM

 

L’obiettivo è assicurare un percorso di salute a tutta la popolazione e rispondere al singolo con misure personalizzate di prevenzione e di cura delle condizioni di cronicità, garantendo nel contempo il controllo dei costi. In questo quadro, inizia a prendere corpo la prospettiva di costruire un sistema operativo-gestionale per percorsi di patologie e con modalità procedurali proprie del Chronic Care Model. Questo modello propone una serie di cambiamenti a livello dei sistemi sanitari utili a favorire il miglioramento della condizione dei malati cronici e suggerisce un approccio “proattivo” tra il personale sanitario e i pazienti stessi; questi ultimi diventano parte integrante del processo assistenziale.

Gli obiettivi sono il miglioramento della qualità delle cure in una dimensione di sostenibilità economica, con la massimizzazione del valore dell’intervento per il paziente (rapporto stretto tra ottimizzazione delle cure, ripristino del massimo stato di salute possibile e costo sostenuto per raggiungere quel risultato).

Questo e altri nuovi modelli di governance del sistema si incentrano sulla continuità tra ospedale e territorio, sui percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali (PDTA), sulla audit analysis e sulla discussione dei problemi clinico-assistenziali, nonché, da un punto di vista della gestione complessiva del sistema, su nuovi strumenti di politica economica. Inoltre, un aspetto centrale è l’identificazione dei migliori strumenti di rilevazione degli stati di salute, di conoscenza delle attività sanitarie e di valutazione dei risultati degli interventi. La scienza della misurazione è divenuta patrimonio indispensabile della programmazione sanitaria e di tutti i processi di trasformazione dell’organizzazione del welfare e del suo miglioramento.

I PDTA si inseriscono in questo contesto e sono utilizzati in tutto il mondo per aumentare la qualità dell’assistenza, la sicurezza, la soddisfazione dei pazienti, e per ottimizzare le risorse a disposizione. In Italia, peraltro, solo poco più della metà delle regioni – soprattutto quelle del Nord – adottano i PDTA; mentre solo il 29% delle associazioni dei pazienti sa dell’esistenza di un PDTA per la propria malattia1.

I PDTA acquistano tutto il loro significato quando sono immersi in una definita realtà locale, aziendale e regionale, perché facilitano la comunicazione tra le persone coinvolte (professionisti, pazienti e famiglie) e favoriscono l’integrazione tra ospedale e territorio: tutto questo migliora l’attività del team multidisciplinare impegnato nel processo assistenziale. Molto è stato scritto e detto sui PDTA in questi ultimi tempi, tanto da far sorgere talora il sospetto che stiano diventando “una moda”.

 

A seguire la locandina dell'evento e il modulo d'iscrizione: