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Intervista a Nicola Chiaranda, Parigi

Nicola Chiaranda si trova a Parigi ed è Advisor to Agribusiness & Food Groups, oltre che professore a Ca' Foscari. Si è laureato in Economia e commercio presso l'Università Ca' Foscari Venezia.
 
Secondo il tuo punto di vista come sta rispondendo alla pandemia la società del Paese in cui vivi e quali analogie/differenze trovi con la risposta italiana?
 
Sono a Parigi, la risposta è mista; in generale le persone rispettano le distanze, non sempre nei supermarket però. Poi il governo ha previsto che si possa andare un’ora al giorno fuori per esercizio fisico. Generalmente la gente ne sta abusando, perché molti sono fuori troppo spesso per cui da oggi nuovo decreto e niente esercizio fisico tra le 10 e le 19. Ora ci sarà sicuramente chi andrà a fare la spesa per comprare un panino alla volta. Altri saranno più responsabili. Gli anziani in generale sono i più indisciplinati. 
 
Nella tua città qual è la sensazione più forte o il fenomeno più strano di questi giorni?
 
Alle 8 di sera molti aprono le finestre o escono sul balcone e battono le mani a sostegno di medici e infermieri. 
 
Com'è la tua "giornata tipo" in lock down?
Lavoro da casa facendo consulenza (e ho fatto anche esami online agli studenti la settimana scorsa), per cui passo parecchio tempo in video e teleconferenza. Mi alzo e vado a letto alla stessa ora di sempre, ho notato che passo più tempo sull’iPhone. Facciamo la spesa una volta a settimana. 
 
Parliamo di mondo del lavoro. Come sta cambiando il tuo settore? Quali strategie saranno necessarie per superare questo momento e cosa consigli ai giovani che vorranno entrare a farne parte?
 
Mi occupo di food per cui l’attività non manca, la gente mangia comunque. Io voglio sperare che il mondo diventi più solidale. In realtà avviene il contrario, per cui tristemente occorrono più regole e sanzioni per chi le viola. 
Ai giovani direi di occuparsi di più di politica e di Stato perché avrà più importanza nella nostra vita. Nel male e nel bene. 
 
 
 
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