Dal 4 novembre sarà possibile iscriversi a Ca' Foscari Alumni
Lascia la tua mail per restare informato

Intervista a Daniela Pavan, New York

Daniela Pavan vive a New York: qui è General Manager dell'agenzia di comunicazione The Ad Store NYC, Co-Founder della piattaforma di storytelling e podcasting Creative Pois-On, Co-Founder del Chapter Newyorkese di Ca' Foscari Alumni, e Forbes Contributor. Si è laureata in Economia aziendale a Ca' Foscari.
 
Secondo il tuo punto di vista come sta rispondendo alla pandemia la società del Paese in cui vivi e quali analogie/differenze trovi con la risposta italiana?
 
Negli Stati Uniti inizialmente non si era percepita la gravità della situazione. Sembrava un problema lontano, dato che la maggior parte dei contagi erano in Asia e in Europa. Dal 16 marzo, seguendo l’esempio dell’Italia, con l’aumentare del numero delle persone positive al tampone, New York è stata messa in lockdown fino a data ancora da definirsi. Decisione necessaria per cercare di contenere il numero dei contagi, numero che continua inesorabilmente a salire, dato che purtroppo in molti qui continuano a sottovalutare la situazione e continuano ad andare a correre al parco senza guanti e mascherine. Dal punto di vista sanitario, il virus sta mettendo a dura prova il sistema. Come in Italia, i medici stanno cercando di fare il possible per curare tutti coloro che ne hanno bisogno e, dato che gli ospedali iniziano a non avere più posti disponibili, il Centro Congressi della città è stato adibito ad ospedale da campo. Come in Italia, la solidarietà nei confronti del personale medico è molto forte. Il Four Season ad esempio ha messo a disposizione le proprie camera a medici e infermieri che ne hanno bisogno; e ogni sera alla 7 ci affacciamo tutti alle finestre per un applauso collettivo a supporto del personale medico.
 
Nella tua città qual è la sensazione più forte o il fenomeno più strano di questi giorni? 
 
Il fenomeno più strano per New York è probabilmente vedere Time Square deserta, come è apparsa in molte foto recenti che hanno fatto il giro del mondo. I teatri di Broadway chiusi, i negozi sulla 5th Avenue con le serrande abbassate. La “Città che non dorme mai” ora è completamente ferma, parchi a parte dove le persone continuano ad andare a correre.
 
Com'è la tua "giornata tipo" in lock down?
 
Gestendo un’agenzia che si occupa di comunicazione, fortunatamente continuo a lavorare. In questo periodo mi occupo prevalentemente di comunicazione su canali digitali dei brand che hanno deciso di investire nella produzione di contenuti, per accompagnare i propri clienti durante queste settimane di quarantena. Molto del mio tempo lo passo anche a leggere ricerche e fare previsioni per i prossimi mesi, cercando di identificare quali possibili scenari potrebbero presentarsi dopo il lockdown.
Ho cercato comunque di costruirmi una routine anche per questo periodo, stabilendo degli orari per allenarmi in casa, e del tempo da dedicare alla famiglia e agli amici, in modo che il lavoro, che già assorbe la maggior parte della mia giornata, non si appropriasse di tutte le 24 ore.
 
Parliamo di mondo del lavoro. Come sta cambiando il tuo settore? Quali strategie saranno necessarie per superare questo momento e cosa consigli ai giovani che vorranno entrare a farne parte?
 
In questo periodo sta cambiando il modo in cui lavoriamo, in cui ci alleniamo, in cui facciamo acquisti, in cui interagiamo con altre persone, pensiamo ai social distance happy hour o alle lezioni di fitness via Zoom. I canali digitali stanno assumendo un ruolo ancora più preponderante rispetto a pochi mesi fa, anche in un mercato come gli Stati Uniti. A mio avviso, sta emergendo una forte richiesta di produzione di contenuti che possano essere fruiti da computer o da cellulare. Contenuti di entertainment o di condivisione di competenze (e-learning). Pensiamo alle visite virtuali ai musei o ai live Instagram di performer internazionali. Anche il concetto di branded content (come il corto di Coppola per Coppola Wines, intitolato "The Red Stain"), diventerà assumerà un ruolo sempre più importante nelle strategie di comunicazione, cosí come a mio avviso crescerà sempre di più il podcasting, branded e non, che qui negli Stati Uniti conta già 144 milioni di ascoltatori.
 
 
A proposito di contenuti, #CreativityWillSaveUs è l'ultimo progetto di Daniela; candidato agli SDG Impact Awards, consiste in una serie di video, un podcast ed una campagna sui social media in cui alcuni personaggi di spicco nel mondo dell'arte, della cultura e dell'intrattenimento si riuniscono per sensibilizzare l'importanza dell'arte per l'umanità. L'iniziativa si pone anche a supporto di tutta la comunità artistica che è stata particolarmente colpita dal lockdown conseguente al coronavirus. Clicca qui per saperne di più e per sostenere il progetto con il tuo voto!

 

Raccontaci anche tu come stai vivendo questo periodo di quarantena; mandaci la tua storia scrivendo ad alumni@unive.it