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Un affettuoso ricordo del prof. Gabriele Zanetto

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di Paolo Balboni

Gabriele era diventato il "Professor Zanetto", uomo di scienza e di molti incarichi sia accademici sia nella vita cittadina – ma per noi cadolfiniani della seconda generazione, il gruppo entrato tra il 1967 e il 1970, Gabriele era 'Gabri' o 'Lele', senza 'prof' –  e più che per un'immagine visiva, ci rimane nella memoria per un ricordo sonoro: il suo vocione che sovrastava tutti; le sue risate contagiose; il suo modo di cantare, che ci avrebbe coperti tutti se non fosse che era un baritono, quindi sopravvivevamo anche noi dalle voci normali; il suo dilagare tra le camere quando si stancava di studiare e si affacciava per vedere se riusciva a corromperci e far smettere anche noi – e ci riusciva quasi sempre; e poi il suo arrivo da Padova il lunedì mattina, con vassoietti colmi di paste o con altri doni di Mamma Cecilia, che s'accoppiavano al bottiglione di vino di Toni e agli altri contributi dei fortunati che trascorrevano a casa il finesettimana (non si diceva ancora weekend).

La sua voce esagerò solo una volta, quando gli facemmo una sorpresina, a lui e al suo concubino Ciro… Spostammoo in terrazza tutto il mobilio della loro camera, la n. 12: dagli armadi alle lampadine, dai letti ai libri. Tutto. Lo sentimmo arrivare (la sua voce amplificata dalla tromba delle scale, le eterne scale di Ca' Dolfin, ce lo annunciava fin dal primo piano) e poi fu il silenzio: la sorpresa lo lasciò, per una volta, senza parole; poi le parole tornarono, irripetibili, e il tono crebbe quando non solo vide tutto ammucchiato fuori, ma vide pure le prime gocce di pioggia cadere su tutte le sue cose. La sua voce esagerò, quel pomeriggio, ma ammettiamo che forse anche noi avevamo esagerato un pochino, quella volta…

Certo, abbiamo visto Gabriele altre volte, mano a mano che percorreva con noi quella parte del tempo in cui ci è dato esistere, e l'abbiamo visto cambiare come cambiavamo noi: ma adesso che è fuori dal tempo, Gabriele torna ad essere il vocione che in corridoio, in dialetto, ci incita a smettere di studiare e a bere qualcosa insieme prima di andare in mensa.

Beviamo con lui, per lui e per noi, anche oggi in cui è passato a vivere nelle nostre memorie, vicino a Ivano – che quanto a voce non si lasciava intimorire neppure da Gabriele. E li lasciamo cantare insieme, in attesa di aggiungerci, prima o poi, al coro.

Didascalia foto:
1 - Foto di gruppo dei Cadolfiniani nel marzo 1971: il prof. Gabriele Zanetto era il secondo da sinistra in piedi nella magnifica foto scattata sul terrazzo di Ca' Dolfin
2 e 3 - Foto di gruppo dello scherzo all'amico Lele da parte degli altri Cadolfiniani
4 - La squadra di calcio dei Cadolfiniani negli Anni Settanta